Fascino di Tunisia – di Federico Napoli

Fiorella Nuti insieme al critico d’arte Federico Napoli e all’ambasciatore di
Tunisi in Italia

VIAGGIO IN TUNISIA, LA TERRA DEI COLORI
di Federico Napoli
Una mostra personale tematica è sempre qualcosa di più e di diverso rispetto ad una esposizione tradizionale. Ha un respiro maggiormente ampio perché svela nell’autore una capacità di concentrare le proprie prerogative tecniche ed ispirative su specifiche atmosfere, mentre è qualcosa di differente dal solito per la sua ripetitiva fonte di partenza. Solitamente, mostre di questo tipo rivelano o un certo stato di noviziato nell’ambiente dell’arte e che si tende così a celare sotto il peso dell’argomento, o all’opposto una raggiunta maturità: in Fiorella Nuti che con Fascino di Tunisia. Sapori da un viaggio affronta questo particolare momento ispirativo appare, invece, come una sorta di sfida a se stessa ed all’ambiente del paese magrebino, di cui Fiorella si è come innamorata.
Certo, il ricordo di quanto ebbe a dirle un giorno del 2002 a Fiesole Tommaso
Paloscia che la invitava ad affrontare questo particolare impegno, è stato pungolo e guida – nonostante la perdurante esuberanza ispirativa della pittrice, che potremmo anche tradurre in una sorta di discontinuità nella scelta dei soggetti – e ad onta di non pochi dubbi della prima ora. Ma cammin facendo,
in Fiorella si è fatta strada la certezza che fosse una sfida da tentare, per di più
lei stessa forte di un soggetto che l’aveva sedotta in occasione di un recente
viaggio in Tunisia, per le atmosfere e i colori.
D’altro canto, la pittura di Fiorella Nuti è fatta di cromie, di luce, di sensazioni
repentine, di segni d’affetto, di partecipazione emotiva: tutti aspetti caratteriali
che hanno trovato una rispondenza con quanto in lei suscitato dalla terra
africana che si affaccia sul Mediterraneo, con i suoi luminosi golfi. Mare, dune,
vicoli, donne silenziose, cupole, muri calcinati dal sole, angoli ombrosi, tendaggi, prodotti della terra, vasi, tappeti ricchi di colore, sono alcuni degli
aspetti ritratti da Fiorella Nuti e riprodotti sulle superfici pittoriche con una
tecnica anche materica, come se voci luci e profumi dei mercati visitati e
mantenuti nell’emozione ricevutane trovassero nei suoi quadri una precisa,
tridimensionale concretizzazione.
Mai bozzetto, sempre documento su un ambiente, taglio di vita e non immagine
stereotipa, questa serie di quadri ad olio, tecnica mista ed acquarello rivela
Fiorella come un testimone del quotidiano tunisino, ora estroverso e cordiale
ora legato alla tradizione.
Una mostra eccezionale? Sì, se intesa nel senso difuori dal comune, perché
pensata e montata in omaggio ad un amore. Per certi aspetti, oggi Fiorella è
ispirata nella pittura come ieri Emily Dickinson lo era nella letteratura, quando
scriveva: Che sia l’amore tutto ciò che esiste / è ciò che noi sappiamo dell’amore / e può bastare che il suo peso sia / uguale al solco che lascia nel cuore.
Firenze, aprile 2005

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